Ti guardo, anche tu mi guardi, ma il tuo sguardo ormai vuoto non sa più chi sono.

Ti osservo e forse attraverso il tuo volto ormai sfinito e assente rivedo mio padre.

Lo ricerco nelle tue espressioni, in fondo si sa, anche se siete stati tanto diversi la fratellanza ha sempre il suo peso nel codice genetico.

Sto qui e ti continuo a guardare chiedendomi che senso ha tutto questo.

Me lo chiedevo anche qualche mese fa in terapia intensiva mentre le macchine cercavano di salvare a tutti i costi mio padre, quando in una lenta e straziante agonia tramite qualche gemito disperato e qualche battito di ciglia mi implorava di staccare quel bottone.
Ma non potevo farlo.  In quel modo la mia pena inflitta dal destino, come quella di molti in quel luogo un po’ seminterrato, urlava a squarciagola che dovevo continuare a vederlo così finché “Qualcuno” di veramente importante avrebbe deciso diversamente.

E una mattina di agosto, il mio mese natale, Lui, quello importante, ha preso finalmente la dolorosa e saggia decisione…staccando l’interuttore.

Da lì il buio.

Un buio dal quale risalire era come una risalita in apnea dal blu profondo verso quel puntino che chiamiamo luce del quale non possiamo fare a meno.

 

© Greta Ferrari

 

Eppure, adesso, qui davanti a te ho la sensazione che quel puntino luminoso si faccia sempre più lontano maturando ogni giorno di più la paura di non riuscire a raggiungerlo.

Lo so che vorresti lasciare questo “fratello” chiamato Alzheimer che devasta la tua mente e il tuo corpo e a questo punto, raggiungere quel fratello che ti amava tanto.

Lui, l’unico fratello che ti è rimasto in questa vita, ti mangia la memoria e ti ha fatto dimenticare chi amavi.

Si appropria come un fottuto infame della tua identità. Ti fa perdere nell’oblio.

Vorrei trascinarti fuori da questo strazio, da lui che non ti molla, ma anche questa volta non ho potere e il mio carico si fa ogni giorno più pesante e il suo peso sta diventando decisamente superiore alla mia forza.

Continuo a fissare quel puntino luminoso che con caparbietà e fiducia in me stessa, le uniche risorse che possono davvero supportarmi, riesco a vedere allargarsi ogni giorno un po’ di più.

Non lo perdo di vista e lo vedo diventare lentamente più grande avvicinandomi a quella boccata d’aria che so mi riporterebbe a far parte del mondo dei vivi.

 

© Greta Ferrari

 

Sento la linfa vitale scorrere nelle mie vene, intrecciarsi nei miei capelli annodati, esprimersi nelle mie foto, svilupparsi nella mia penna.

So che anche dal blu profondo, che io amo tantissimo, bisogna prima o poi risalire.

 

© Greta Ferrari

Questa voglia di rinascita da un abisso che sembra volermi tenere con se a tutti i costi, non mi farà mai perdere di vista quel puntino luminoso irradiato nel blu che come una Stella Polare mi conduce verso la mia giusta direzione, consapevolmente giusta, ma soprattutto mia.

 

 

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