In questi primi mesi dell’anno, nei quali ho preso un po’ di tempo per cercare di rimettere a fuoco (nel vero senso della parola) la mia vita, ho deciso volontariamente di non scrivere.

Dovevo mettere a fuoco.

Era necessario pensare, in silenzio, con calma, provare la sensazione di non “avere voglia’ provare a dire “non mi va” e soprattutto, poter rispondere alle mille domande che mi venivano poste sul mio futuro: ‘NON SO‘.

Ho continuato a portare avanti i miei progetti fotografici (sulle mie pagine social sono aggiornati), ma ho avuto davvero necessità di ripensare all’anno passato e a tutto ciò che era accaduto, così all’improvviso, così velocemente.

Scelte, progetti, tutto che crolla, mio padre che se ne va per sempre senza avvisare e io, sempre presente,  che, proprio in quel momento sono dall’altra parte del mondo…per cercare di costruire quel domani che avevo davanti e provare a farlo nel migliore dei modi.

E malgrado razionalmente, oggi, sono consapevole che partire, in quel momento era la cosa più giusta che potessi fare per me e la mia vita, la mia anima non sa ancora come far pace con quello che è accaduto.

Ci vuole tempo, mi dicono. Questo tempo che passa inesorabile nel quale si cercano continuamente risposte a dubbi ed emozioni, ma che nella corsa sfrenata a rincorrerlo ci perdiamo il riferimento dove si voglia veramente arrivare.

Era crollato tutto. E nello scorrere dei giorni non sai più dove sei, chi sei, e pensi… “ma è successo tutto per davvero“?
È successo a me? Si a me… giusto e perché non dovrebbe essere successo a me! Perché non a me!

E questo mi ha messo un po’ in pace con me stessa, con la situazione, con mio padre.

Mi ha offerto la possibilità di guardare di nuovo indietro per capire cosa volessi ora, davvero, dal mio il domani.

© Greta Ferrari

Guardare indietro mi ha fatto ripensare a come la fotografia mi fa osservare in maniera davvero speciale le situazioni e la personalità dei soggetti che mi circondano, è incredibile quante sensazioni e percezioni si possono avere attraverso l’obiettivo.

Fotografando i bambini, ad esempio, ho fatto caso al modo curioso che hanno di porsi verso tutto ciò che li circonda.
Hanno curiosità e un travolgente mondo fatto di domande e un mondo fatto di non so…un po come è stato per me.

Quello che più mi ha fatto riflettere è quella garbata voglia di conoscenza priva di ogni se e ogni ma, completamente ignara a pregiudizi e giudizi.

Non vi nascondo che in alcune situazioni ho avuto difficoltà a svolgere serenamente il mio lavoro.

© Greta Ferrari

Risulta difficile in una società fatta di persone che pensano di conoscere tutto, di sapere sempre chi hanno davanti o quale sia la scelta migliore in ogni situazione, dare voce all’empatia e a una sana comunicazione reciproca.

Una società dove in molti sono convinti (nutriti probabilmente dalle lori latenti insicurezze) di saper meglio di tutti cos’è giusto, alimentati da una personale e mediocre autostima, mascherata da un narcisistico senso di onnipotenza che viene miseramente proiettato verso persone o situazioni delle quali solitamente non hanno oggettivamente capito nulla.

Solitamente, vi assicuro che di tutto questo, la macchina fotografica se ne accorge…e sempre prima di me.

Quindi, mi viene da pensare che in questo fantastico mondo, riconoscere di non sapere qualcosa, rinunciando all”ossessiva ricerca del gradino più alto del podio, magari screditando o sparando sentenza per giustificare la propria frustrazione, sia tra i veri grandi successi.

Ammettere di non sapere qualcosa o di non saper fare necessariamente tutto è il primo passo per aprire la propria mente a nuove conoscenze, a nuovi punti di vista così da far scaturire nuovi obiettivi, nuove idee e, soprattutto, nuovi sogni.

© Greta Ferrari

Prendere consapevolezza e rendere nota una propria carenza è il modo migliore per capire da cosa ci vogliamo allontanare, cosa non ci valorizza, cosa ci fa perdere tempo e cosa è importante per noi.

Arrivare a questa consapevolezza mi ha cambiato la vita, di questo devo dire grazie al 2023 provando a guardarlo con occhi diversi.

© Greta Ferrari

Quindi “non so” se saremo mai capiti nelle nostre scelte, cambiamenti, decisioni folli, straordinarie, ma so che saranno le decisioni più giuste per ognuno di noi.

Continuate quindi a esprimere ciò che non sapete come fanno i bambini…da lì nasceranno le sfide più grandi.

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