Con i miei genitori facevo sempre un gioco, quando si assaporava qualcosa che ci piaceva tanto…scattava la domanda “se finisse il mondo e devi trasferirti su un altro pianeta, che cibo porteresti nel nuovo mondo”?
Per me era sempre la pasta al pesto (ok, non solo quella),ma quella era al top della classifica.
Non ho trasformato ombre a colori in un blog di cucina e non vi dirò la ricetta perfetta per le vostre cene romantiche, ma posso dirvi come un sapore si possa raccontare con una foto e come possa riportare la presenza di una persona.
Perché la foto ha sempre la sua missione…raccontarti una sensazione, un momento.
Una foto può farti “sentire” il profumo, il sapore e il desiderio irrefrenabile di assaporare quel piatto.
Adoro la “fotografia food”, è tra i gli incarichi lavorativi che preferisco, perché il cibo come una fotografia, è un esperienza e attraverso la foto inizi già a vivere quell’esperienza, che puoi poi approfondire con gli altri sensi.
Un piatto speciale è un esperienza emozionale, la cucina è arte, come la fotografia.
E in questo connubio perfetto io penso alla pasta al pesto, per me un vero godimento del palato e della testa.
Forse perché sono ligure? O forse perché come scriveva Proust, in quel sapore sento un ricordo, un viaggio, il sapore della mia terra, ma soprattutto il sapore della mia casa di gioventù e della mia famiglia.
Sento il profumo della cucina di mia madre, vedo mio padre seduto sulla sedia che, con le sue mani sempre più tremanti, batteva le verdi foglioline di basilico nel mortaio di marmo.

E ancora oggi che le sue mani sono un bellissimo ricordo nella mia memoria, sento ancora la sua voce, che con amore e quella forza di volontà che non si è mai data per vinta sino alla fine, mi dice:
“eh ciccia, non so come è venuto, sai ho dovuto tritare il basilico con il macinino elettrico perché mi facevano male le mani“.
Io, ancora oggi quando assaporo il pesto, sorrido e mi tuffo in quel sapore che mi fa sentire felice e mi appaga i sensi.
Quelli che con una fotografia vorrei trasmettere nell’essenza di un piatto preparato a regola d’arte.
E comunque papi tranquillo, il basilico ora lo pianto io sul mio terrazzo, che non si sa mai, di questi tempi, non vorrei trovarmi impreparata…
..dovessi portarlo nel nuovo mondo.


